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Una visione per
l'energie rinnovabili

Tra pochi giorni, a Pisa, si terrà un incontro dedicato al mondo delle energie rinnovabili nel nostro Paese, nel quale si confronteranno soggetti che solitamente hanno difficoltà a dialogare in maniera proficua.
Per il l'Italia le energie rinnovabili rappresentano una sfida con molteplici sfaccettature, in questa occasione ne evidenziamo tre.
La prima è la prospettiva che lega le rinnovabili alla ricerca, sia scientifica sia tecnologica. La frammentazione e il basso investimento in ricerca e sviluppo - appena 1,1% del Pil - così come gli ostacoli della piccola e media impresa nell'accedere all'innovazione, sono problemi gravi.
Però i ricercatori si occupano spesso, nei loro progetti, di tutela ambientale e sostenibilità. Il mondo della scienza, in una sua apprezzabile parte, possiede nel proprio dna una vocazione allo sviluppo sostenibile. Si tratta di una peculiarità che deve essere sfruttata favorendo l'investimento di risorse proprio in direzione delle energie rinnovabili.
La seconda è quella legata allo sviluppo industriale delle rinnovabili
.
Le tecnologie legate alle energie verdi hanno la caratteristica di essere leggere e distribuibili, cosa che le rende particolarmente coerenti con lo scenario imprenditoriale italiano, fatto di piccole e medie imprese. Il collo di bottiglia in questa situazione risiede nel difficile accesso all'innovazione e alle dimensioni di questo tipo di aziende.
A questo deve pensare la politica, sostenendo l'informazione di settore, predisponendo gli strumenti - normativi e di incentivazione - affinché si sviluppino dei comparti organici e distribuiti che, entrando in sinergia, possano realizzare una "rete di sistema" capace di utilizzare le rinnovabili come leva di sviluppo economico e industriale.
La terza è quella relativa alla generazione di energia.
In Italia sembra che le aziende che producono energia si confrontino con le rinnovabili secondo uno scenario di basso profilo. Oggi i piccoli soggetti hanno problemi di scala. Mentre i grandi operatori cercano assetti produttivi che hanno ancora come denominatore le energie fossili. Si direbbe che le rinnovabili siano viste solo come un "dovere" e non come un'opportunità. Inoltre, anche l'aspetto dell'efficienza energetica di tutta la filiera, dalla generazione agli usi finali, sembra affrontata con scarso interesse. Sarà interessante vedere se in questi gruppi riuscirà a farsi spazio quella nuova generazione di manager formatasi anche sui temi dello sviluppo sostenibile e che in qualche occasione riesce a dare segnali di presenza.

In conclusione, in Italia nel campo delle rinnovabili gli esempi virtuosi non mancano, ma si tratta di casi isolati e sporadici. Se anche dall'incontro di Pisa giungeranno segnali di responsabilità e volontà di azione coerente sarà un altro positivo passo in avanti.
Però nessuno deve dimenticare che, di fronte al grave stato di salute del pianeta, la sfida sull'energia è diventata primaria.
Il fattore tempo è divenuto una costrizione indilazionabile, che obbliga tutti a prendere decisioni rapide. Ogni marginalizzazione, ritardo o rinvio su questo fronte costringe nel breve periodo a due opzioni: consegnare alle giovani generazioni - non solo quelle future - una biosfera devastata, oppure spalancare le porte all'energia nucleare, con le conseguenze del caso.

Elio Pacilio
Vice Presidente Esecutivo Green Cross Italia

Ousseni Diallo e Guido Pollice Presidenti di
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17 giugno:
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“La desertificazione colpisce anche il vostro paese. La lotta contro questo flagello è un impegno comune che va combattuto su tutti i fronti, non fate venire meno l’impegno per l’Africa."
Ousseni Diallo, Comitato esecutivo delle Ong del Burkina Faso per la lotta alla desertificazione

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