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Concorso
Cerimonia di premiazione
Concorso 1996
Cerimonia al Quirinale 1996

Messaggio del Sen. Guido Pollice,
presidente dell'Associazione Verdi Ambiente e Società
all'udienza con il Presidente della Repubblica,
On. Oscar Luigi Scalfaro,in occasione della premiazione delle scuole vincitrici
la quarta edizione del concorso nazionale annuale
Un Racconto e un'Immagine per l'Ambiente anno scolastico 95-96

Roma, 13 giugno 1996 - Palazzo del Quirinale

 

Signor Presidente,

è con grande piacere che torniamo ad incontrarla.
Proprio un anno fa, in occasione della premiazione della terza edizione, ci salutammo con un arrivederci augurale.
In quell'occasione noi le presentammo lo spirito dell'iniziativa, le autorevoli collaborazioni, i capisaldi internazionali, i risultati raggiunti: i valori che informano la nostra azione. Le chiedemmo la promozione e le indicammo il terreno di questa quarta edizione.
Ricevemmo la lei un prezioso riconoscimento del lavoro svolto, un augurio per il futuro, ma anche un messaggio - in chiave di metafora - sul presente della nostra comunità.
Parole da cui traspariva una sincera preoccupazione, eppure scolpite dalla determinazione a superare gli ostacoli e dal richiamo all'ottimismo della volontà, rivolto anche alle giovani generazioni.

Eccoci oggi a concludere questa nostra impresa alla presenza di tanti giovani. Conoscere, amare, proteggere, questo semplice slogan ha introdotto il tema della quarta edizione: la biodiversità. Tema forse complesso, ma fondante per la strutturazione ed educazione delle giovani generazioni.

In questi anni siamo, forse come mai, attraversati da contraddizioni ed ambivalenze: la condivisione dei valori della pace, della tolleranza, dei diritti umani, della coesistenza e della democrazia a fronte dell'esplosione di conflitti, violenze, efferatezze, armamenti in passato nemmeno concepibili e capaci di prospettare la possibilità concreta dell'annientamento della specie umana.
Religioni e spiritualità, di differenti radici e tradizioni, si incontrano e si confrontano nella difficile ricerca di un'etica planetaria.
Eppure si moltiplicano in tutto il pianeta forme di pulizia etnica, religiosa o sociale, spesso distruggendo antiche coesistenze.
Un'appartenenza nazionale può degenerare nella malattia del nazionalismo; l'importanza dei risultati scientifici e tecnologici può degradarsi in uno scientismo presuntuoso, in interessi tali da far concretamente agire uomini verso la brevettazione della vita.

Cerimonia al Quirinale 1996

In questa situazione trovano spazio reazioni fiere all'omologazione e all'appiattimento. Genti che temono di perdere le proprie identità e cercano di difendere civiltà e sapienze. Ma si vedono anche richiami a radici immaginate, costruite a uso e consumo del momento presente.
Ecco quindi che ad ognuno di noi, che fa del proprio impegno civile una scelta di vita, che non abdica alle convenienze del momento, che sa cercare nuove strade, si pone il problema di lavorare per un pensiero ed un'azione che sappiano riconoscere e concepire unità e molteplicità, l'una specchio dell'altra. Interdipendenza planetaria e senso delle radici; conservazione ed innovazione, meglio ancora: coevoluzione.
Questo perché oggi non basta più il reciproco rispetto delle identità: è necessario che queste identità cointervengano insieme a definire una nuova entità.

Attorno a questa traccia il nostro interesse, non dell'ultima ora, per le grandi istituzioni internazionali, per esempio la FAO, l'UNESCO, l'UNICEF, la Croce Rossa - istituzioni che, qui rappresentate in primis dall'onorevole Maria Pia Garavaglia e dalla Dr.ssa Ilaria Sisto, ringraziamo per il loro apporto e la loro fiducia nella nostra azione. Perché pensiamo sia decisivo l'impegno sulla solidarietà, perché è importante anche l'azione del singolo. Perché siamo convinti che sul terreno del rapporto tra istituzioni internazionali rappresentative dei popoli e degli interessi economici è in atto un confronto dai toni, per alcuni attori, drammatico.

Mi permetta, Signor Presidente, di aprire un inciso per ringraziarla. Per la sensibilità con cui ella ha seguito ed è intervenuto direttamente, senza tema di urtare le suscettibilità di qualche grande, sul problema della riforma delle Nazioni Unite. Pensiamo sia una giusta premessa perché anche l'ultimo vertice internazionale in programma, quello sulla sicurezza alimentare, che si svolgerà a Roma nel prossimo novembre e organizzato dalla FAO, vede un ruolo positivo del nostro Paese, capace di superare alcune incertezze segnalate nella fase preparatoria.

Conoscere, primo passo per poter amare e quindi agire: proteggere.

Cerimonia al Quirinale 1996

Signor Presidente, i ragazzi che qui rappresentano il meglio di quelli che hanno partecipato alla nostra iniziativa, hanno dimostrato di saper gestire quella complessità che ci sembrava un ostacolo, quando roponemmo il tema.
Guidati dai loro maestri, sembrano dimostrare una sensibilità e un alto grado di conoscenza dei vincoli che legano la vita e la biosfera nel suo complesso. Conoscono l'importanza dell'enorme varietà delle specie animali e vegetali che popolano un singolo ecosistema, risultato di milioni di anni di evoluzione. Ci indicano che la complessità della vita sul nostro Pianeta è il risultato dell'intreccio, quindi ad un tempo di distinzione, cooperazione e tensione.
Ci vengono a dire che sono coscienti che la vita e la diversità sono in pericolo e sono vieppiù preoccupati per il futuro.
Alcuni ci segnalano che l'indiscriminato primato di una economia estraniata dalla sua funzione sociale sta provocando autentici disastri.
Sembrano aver compreso il messaggio di un vecchio patriarca che spesso, con parole piane, ci indica problemi complessi.


Proprio Jacques-Yves Cousteau recentemente ci ha detto: "L'esistenza è fragile ma sovrana; la nostra specie ne è l'avanguardia; la nostra ragion d'essere è assicurare la continuità e lo sviluppo armonioso della Vita. Un miscuglio di ignoranza e di cupidigia ha compromesso lo sfruttamento razionale delle risorse del nostro pianeta. Si è formata una élite di profittatori; si sono rivelate intollerabili ineguaglianze. Paesi ricchi confinanti con regioni votate alla miseria e alla fame. Un miliardo di esseri umani non ha accesso né all'acqua potabile, né all'igiene più elementare, né ad un minimo di educazione".

Molti ragazzi hanno voluto rappresentare il globo e le mani, mani che sono distruttrici ma anche protettrici. Segnano, questi ragazzi, la coscienza del ruolo della specie umana sul pianeta. Come essa sia quella che sta provocando un'irreversibile alterazione globale dei rapporti tra tutte le specie viventi, con conseguenze per il proprio stesso benessere. Quelle mani sono il segno anche della speranza. Della saggezza.
Tutti i grandi ricercatori ci dicono che siamo ancora in tempo; che il punto di non ritorno non è stato passato. Però fino a quando alla politica e all'economia saranno assegnati, o esse si assegneranno, orizzonti limitati e banali della gestione del giorno per giorno, avremo l'impossibilità materiale di invertire la rotta e di dirigerci verso una nuova alleanza fra le conoscenze e le forme di vita.

Questi ragazzi ci spronano e noi raccogliamo la sfida. Ognuno secondo le proprie possibilità. Noi stiamo dando il nostro modesto contributo, con la nostra azione e con questa iniziativa.
Piccoli segni certo, ma vitali. Piccoli aiuti a progetti di cooperazione internazionale, come segno tangibile che si può fare.
Vogliamo che questi nostri giovani non vengano delusi, quindi siamo determinati a continuare nella nostra azione, che fino ad oggi non ha goduto di alcun aiuto materiale da parte delle istituzioni e che ha raccolto le forze solo con il proprio volontariato e con il contributo di alcuni enti economici che qui ringrazio e che qui sono rappresentati al massimo livello.
So bene che essi possono fare di più, molto di più e noi speriamo di poterli convincere; perché rispondere alle sfide globali significa anche saper interpretare il proprio ruolo sociale, percorso obbligato per valorizzare quel fattore decisivo per lo sviluppo che è la solidità sociale di un Paese e la fiducia in se stesso e nelle proprie istituzioni.

Cerimonia al Quirinale 1996

Ma ad essi si debbono affiancare, in qualche modo, anche le istituzioni; su quelle oggi presenti, Ministero dell'Ambiente, delle Risorse Agricole, della Pubblica Istruzione e il Comune di Roma non ho dubbi. Sulle altre continueremo incessanti ad informarle, coinvolgerle per farle decidere.
Lo Stato non può pesare sulle sole spalle di alcune migliaia di insegnanti. Deve trovare il modo di dare segni tangibili a questi ragazzi e alla loro fiducia.
Noi comunque continueremo e proprio a partire dal tema del prossimo anno, basato proprio sulla loro decisa propensione positiva e sulla volontà per il fare.

Vogliamo quindi costruire anche gli strumenti per aiutare a realizzare alcuni loro progetti. Il primo sarà cercare di dare corpo e linfa al Fondo per i diritti delle generazioni future, che dovrà diventare uno strumento di raccordo per tutte le migliori idee.

Ancora una volta il primo ringraziamento è per studenti ed insegnanti, che in modo massiccio continuano a credere a questa iniziativa.
Poi è a tutti voi, autorità e decisori a vario livello a cui chiedo di non far mancare il vostro sostegno, di continuare a partecipare a questo progetto e di aiutarlo a crescere.
Al Prof. Gifuni e al Prof. Nocella, oltre alle scuse per averli assillati, rivolgo un affettuoso segno di stima e di affetto.
Al Presidente della Giuria, Sen. Ossicini, l'appuntamento è per continuare la collaborazione alla prossima edizione.
E' a tutti voi che invio il mio non formale ringraziamento per quanto avete fatto fino ad oggi e per quanto farete nel futuro.

Signor Presidente a lei il mio personale e doveroso grazie.

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