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Water for Peace
A presentation of the joint PCCP/Green Cross programme
Water for Peace

Water for Peace: una sintesi

Nell'ambito della Visione Mondiale per l'Acqua nel XXI secolo, e in preparazione del Secondo Forum Mondiale sull'Acqua dell'Aia nel 2000, Green Cross International ha lavorato a lungo e strettamente con una commissione formata da quattro ex capi di stato e di governo allo scopo di formulare una relazione su Sovranità Nazionale e Corsi d'Acqua Internazionali che è stata poi presentata all'Aia. La commissione era composta dal Presidente di Green Cross International Mikhail Gorbaciov (ex-USSR), Ingvar Carlsson (Svezia), Sir Ketumile Masire (Botswana) e Fidel V. Ramos (Filippine).

All'interno della relazione sulla sovranità nazionale, che faceva parte della Visione Mondiale per l'Acqua nel XXI secolo presentata dalla Commissione Mondiale per l'Acqua, era contenuto un elenco di raccomandazioni per l'azione e lo sviluppo a livello internazionale, regionale, nazionale e locale per ridurre le possibilità di conflitti legati all'acqua ed incoraggiare e favorire la gestione integrata dei bacini (vedere Allegato 1). La relazione sulla sovranità fondeva le note riflessioni di tipo ambientale, economico e politico legate al problema dei corsi d'acqua internazionali, con le più sottili, e spesso trascurate, questioni etiche, culturali, storiche e persino estetiche. Le raccomandazioni includevano la ratifica della Convenzione internazionale sugli usi non navigazionali dei corsi d'acqua internazionali, il riconoscimento dell'accesso ad una adeguata quantità di acqua pulita tra i diritti universali, la tutela dei corsi d'acqua internazionali in tempo di guerra, e l'istituzione di un Fondo Internazionale per l'Acqua. Inizialmente sono stati presentati dieci studi su casi concreti, e sempre all'Aia si sono svolti separatamente alcuni dibattiti politici ad alto livello sul programma Water for Peace in Medio Oriente e Africa del Sud. Tutte queste iniziative hanno ricevuto una reazione estremamente positiva in occasione del Forum ed anche in seguito, e GCI è stata successivamente contattata da numerosi governi ed organizzazioni internazionali in cerca di consulenza pratica sul tema dei corsi d'acqua transfrontalieri.

Green Cross prosegue dunque il suo lavoro nel campo della prevenzione di conflitti internazionali legati alle acque e, a completamento delle ricerche teoriche e degli studi su casi concreti presentati all'Aia, sta svolgendo indagini approfondite su sei importanti bacini fluviali transfrontalieri:

  • Il Danubio (Europa Centrale e Orientale)
  • Il Giordano (Asia Occidentale)
  • L'Okavango (Africa Meridionale)
  • Il Parana-Plata (Sud America)
  • Il Volga (Russia e Asia Centrale)
  • Il Volta (Africa Occidentale)

L'approccio

I sei bacini sono profondamente diversi tra loro e saranno quindi trattati con una prospettiva regionale, ma hanno almeno tre elementi in comune:
1) i bacini rappresentano certamente la forza vitale dei territori ai quali appartengono, dal punto di vista ambientale, economico e culturale;
2) tutti i bacini, e le loro popolazioni, sono danneggiati dalla mancanza di un'efficace cooperazione tra gli stati e i popoli che li condividono, e di conseguenza comprendono aree di potenziali e reali conflitti;
3) la gestione integrata dei bacini costituisce una potenziale fonte di grandi vantaggi per i popoli di tutti i territori interessati, in termini di stabilità politica, di benessere, di sviluppo economico e di tutela ambientale.

Questi progetti integrati "sul posto" saranno incentrati in primo luogo sulla cooperazione inter-statale e sulla partecipazione pubblica, e saranno evidenziati sia i successi che gli insuccessi nell'ambito della gestione delle acque. Ogni sotto-progetto per il singolo bacino avrà obiettivi chiari e misurabili e attuerà iniziative concrete, oltre ad emanare raccomandazioni che saranno basate su studi socio-scientifici e su consultazioni regionali. L'approccio può essere suddiviso in quattro aspetti collegati tra loro: politico, legale, istituzionale e tecnico, e di diffusione al pubblico.
È sempre più comunemente accettato che i tipi di conflitti legati all'acqua che costituiscono la più grave minaccia alla salvaguardia delle risorse idriche, e di conseguenza alla stabilità di stati e territori, siano:

1. Conflitti di interessi e riluttanza a cooperare, comunicare e giungere a compromessi, tra gli stati rivieraschi. Tali tensioni possono inasprirsi nel caso, peraltro frequente, che i bacini includano stati che si trovino a stadi di sviluppo industriale ed economico considerevolmente differenti, o tra i quali esistano già altri motivi di tensione, legati al territorio o alla religione, o ancora nel caso in cui alcuni stati o alcune persone siano esclusi dai processi di negoziazione.
2. Conflitti effettivi e materiali tra utenti locali, comunità e autorità nei territori a scarsità d'acqua.

Questi conflitti creano un ostacolo alla realizzazione di una gestione integrata delle risorse idriche, ed ai conseguenti vantaggi sociali, economici ed ambientali. Inoltre aggravano ulteriori elementi di tensione che possono essere presenti in una regione, favoriscono la sfiducia nei confronti delle autorità locali, e costituiscono un serio disincentivo per gli investitori. In molti di questi territori c'è una totale assenza di meccanismi di prevenzione e gestione dei conflitti legati ai corsi d'acqua internazionali, e questo accresce notevolmente la possibilità che in periodi di tensione sorgano seri problemi.

È largamente riconosciuto che in alcuni casi un corso d'acqua transfrontaliero può fornire l'occasione naturale ed un incentivo alla cooperazione, anche tra paesi che abbiano una lunga storia di conflitti su altri temi. Qualunque sia lo stato delle relazioni politiche tra i rivieraschi, le altre ragioni di disputa possono essere accantonate se tutti convengono che la cooperazione è essenziale per la gestione del fiume e i rifornimenti idrici di base, e che porta vantaggi per tutti. La cooperazione in materia di acqua può essere vista come un'opportunità per alcuni, e per altri come la sola possibilità di salvezza da terribili crisi idriche. Un'efficace gestione internazionale dei corsi d'acqua transfrontalieri dovrebbe essere valutata come un bene pubblico internazionale, o almeno nazionale, in quanto produce vantaggi per ogni settore della società. La chiave sta nel promuovere un mutamento di percezione: comprendendo che dalla cooperazione possono derivare solo vantaggi per tutti, l'acqua non sarà più vista come fonte di contrasti e addirittura di conflitti. Spesso, quello che manca è il primo passo: l'instaurazione di relazioni tra esperti idrici e politici dei diversi stati e territori rivieraschi, la consapevolezza di pubblico e decision maker locali, l'esistenza di accordi e di trattati equi e reciprocamente accettati, e la messa a punto di istituzioni accorpate. Un reciproco scambio di concessioni tra gli stati dei bacini e la condivisione di tecnologie, esperienza e conoscenze costituiscono un'eccellente punto di partenza per la cooperazione tra le varie regioni.

Dato lo stretto legame esistente tra acqua ed economia, la collaborazione tra settore privato e pubblico riveste un'importanza vitale, soprattutto perché la privatizzazione dell'acqua è vista allo stesso tempo come una potenziale fonte di conflitto e come soluzione per migliorare gli impianti idrici e i processi di trattamento delle acque in molte delle maggiori città mondiali in fase di transizione e sviluppo. Man mano che si espande il coinvolgimento del settore privato, emergono nuovi ruoli e responsabilità anche per le autorità pubbliche, le quali devono agire da regolatori ed assicurare la qualità del servizio oltre ad insistere perché gli aspetti sociali ed ambientali degli impianti e delle fognature siano pienamente e fin dall'inizio incorporati nelle misure che saranno adottate. Le autorità hanno inoltre la responsabilità di informare il pubblico in merito alle conseguenze della privatizzazione, e di incoraggiare la partecipazione delle comunità ai processi decisionali e di gestione. In mancanza di tali misure, e in mancanza di un settore pubblico ben informato che le attui efficacemente, la privatizzazione sarà insufficientemente implementata dal fornitore di servizi privato, e potrà essere fraintesa e quindi rifiutata dall'opinione pubblica, cosa che, lungi dal ridurre i conflitti, li aumenterà scoraggiando quegli investimenti privati nel settore idrico che sono tanto necessari.

Spesso si afferma che non esiste una crisi idrica internazionale, ma piuttosto una crisi della gestione e della volontà politica, e che è questa la causa dei conflitti; GCI e i suoi partner intendono identificare gli elementi principali di questa crisi allo scopo di suggerire e dimostrare misure concrete ed attuabili nei territori dei diversi bacini.
Il progetto individuerà, da un lato, i fattori che attualmente provocano conflitti legati all'acqua in varie parti del mondo, e, dall'altro, le circostanze in via di trasformazione che hanno la potenzialità di provocarne in futuro.

Green Cross si propone di cogliere queste sfide e queste opportunità in modo concreto, rivolgendosi alle autorità locali, a parlamentari, autorità dei bacini fluviali, esperti, comunità e associazioni di consumatori, settore privato e ONG, e servendosi dei propri partner e affiliati in ciascuno dei bacini per raccogliere e diffondere informazioni tra tutte le parti interessate.

Nello spirito di tale ruolo di mediazione saranno svolte una serie di attività volte a prevenire e risolvere problemi e conflitti potenziali alla radice, attraverso il dialogo e la comprensione reciproca. Tutto ciò è in linea con la missione di GCI di prevenire e risolvere i conflitti derivanti dal degrado ambientale attraverso la mediazione e la cooperazione, non attraverso lo scontro, concentrandosi sull'importanza del dialogo e della trasparenza tra le parti coinvolte nei conflitti ambientali.

Oltre alla stretta cooperazione con UNESCO-IHP in quanto partner del programma congiunto Dal Potenziale Conflitto alla Cooperazione Potenziale: Water for Peace, Green Cross International, membro attivo del World Water Council, il Global Water Partnership e la Gender and Water Alliance collaboreranno con altre organizzazioni e istituzioni durante l'esecuzione di questo progetto allo scopo di realizzare risultati tangibili. L'UNEP metterà a disposizione i suoi esperti per perizie e consulenze scientifiche e geografiche. Il progetto intende inoltre coinvolgere le banche regionali di sviluppo, gli investitori privati e i fornitori di servizi.

Water for Peace è un'iniziativa che intende assicurare che le necessità e gli interessi della società civile e dell'ambiente siano integrati nella ricerca di soluzioni ai conflitti relativi alle acque transfrontaliere, e che i rappresentanti dei governi locali siano consapevoli dell'importanza del loro ruolo e delle proprie responsabilità nelle aree dei bacini.

Gli obiettivi

A breve termine:

  • Tracciare una mappa delle cause e caratteristiche dei conflitti reali e potenziali legati alle risorse d'acqua nei sei bacini internazionali.

  • Identificare ostacoli ed incentivi alla gestione cooperativa delle risorse idriche dei bacini.

A medio termine:

  • Incrementare la consapevolezza e la comprensione, a livello pubblico e politico, dei temi della gestione integrata delle acque internazionali, della prevenzione dei conflitti e della condivisione dei vantaggi derivanti dalla cooperazione.
  • Consolidare il dialogo tra le parti, in particolare governi nazionali e locali, società civile e settori privati.
  • Coinvolgere ogni paese e settore nella ricerca di soluzioni concrete, reciprocamente vantaggiose e sostenibili.

A lungo termine:

  • Creare un ambiente che consenta l'attuazione delle migliori procedure di prevenzione dei conflitti, la messa a punto di istituzioni, e inoltre accordi legali, investimenti e progetti inter-statali sostenibili.
  • Prevenire nuovi conflitti derivanti da circostanze mutate (trasformazioni politiche, privatizzazioni, crescita demografica, aumento dei fabbisogni energetici, situazioni di emergenza, mutamenti climatici, ecc.), in questi ed altri bacini.

Le attivitą

Ecco alcune tra le attivitą che saranno svolte nelle aree dei vari bacini per realizzare gli obiettivi:

Attivitą politiche
Mediazione inter-statale; formare ed informare le autoritą locali; comunicare le opinioni del pubblico ai governanti attraverso dichiarazioni delle popolazioni delle aree dei bacini; analisi idropolitiche e raccomandazioni.

Attivitą legali
Sviluppare regolamenti per le aree dei bacini; stendere accordi legali; divulgare informazioni e analisi delle norme esistenti in materia di acqua; redigere e proporre nuove norme.

Attivitą istituzionali e tecniche
Promuovere le organizzazioni della societą civile e dei bacini; compiere ricerche in merito agli insediamenti da costruire; sviluppare ed applicare sistemi di supporto alle decisioni; incoraggiare strategie congiunte per la creazione di nuove, non tradizionali risorse idriche; creare un database delle risorse idriche condivise; avviare appropriate partnership tra pubblico e privato e promuovere investimenti responsabili.

Attivitą di diffusione
Aumentare la consapevolezza degli abitanti dei bacini in merito ai conflitti esistenti o potenziali e alle loro implicazioni; organizzazione di workshop; seminari; audizioni pubbliche; progetti congiunti di formazione; questionari; realizzazione di documentari; dibattiti tramite Virtual Water Forum; siti web; presentazioni a conferenze internazionali; dichiarazioni stampa; impiego di illustri Ambasciatori del progetto Water for Peace; pubblicazione e distribuzione di relazioni, volantini informativi e successive valutazioni dei progressi compiuti nella realizzazione degli obiettivi del progetto.

Inoltre, in ogni bacino saranno avviati / perfezionati progetti pilota per dimostrare le migliori prassi di gestione delle acque transfrontaliere e i vantaggi che potranno derivare da una miglior cooperazione e comunicazione. A seconda delle necessitą del bacino, questi progetti saranno basati sullo scambio di informazioni e sull'istruzione o piuttosto sulla concreta gestione congiunta, e si concentreranno sul ruolo delle autoritą locali, della partecipazione pubblica e della cooperazione transfrontaliera a livello locale.

 

Water for Peace
A concise presentation of the joint PCCP/Green Cross programme. 482 KB - pdf

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