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Gorizia
e il Fiume Isonzo |  | Isonzo
e Soça sono toponimi diversi per indicare lo stesso fiume che scorre
attraverso due Nazioni (Italia e Slovenia), prendendosi quasi gioco
dei confini stabiliti dall'Uomo; è un fiume che fa tornare alla mente la
storia studiata alle scuole. È il ricordo del primo conflitto mondiale,
quasi un secolo fa ormai, durante il quale l'Italia si riprendeva territori strappateli
e ne strappava altri all'ormai decadente Impero austro - ungarico di cui la Slovenia
era parte in un tragico gioco lungo poche decine di chilometri. Dopo la grande
guerra e la caduta dell'Impero, la Slovenia entrò a far parte del cosiddetto
Regno dei serbi, croati e sloveni. Durante la seconda guerra mondiale gran parte
della Slovenia venne annessa dalla Germania, mentre l'Ungheria e l'Italia ne presero
solo una minima parte: per oltre un trentennio, a godersi quasi l'intero corso
del fiume fu dunque l'Italia. Alla fine del secondo, di conflitto mondiale,
le acque si separarono nuovamente tra l'Italia e la neonata Jugoslavia (1947);
ma dopo cinquanta anni la neonata si abbandonava ad una precoce ma soprattutto
folle senilità sciogliendosi in più Paesi. Quindi, parte del
corso del fiume, quello non italiano, passava alla oggi indipendente Repubblica
slovena (1991). Una storia tortuosa come il suo corso, verrebbe da pensare;
ma sembra mancare il lieto fine a tanto tormento. Pochi giorni fa, però,
il fiume ha smesso di dividersi scorrendo ora lungo un'unica grande Comunità:
l'Europa. Dal primo maggio 2004 la Slovenia è, infatti, entrata a far
parte dell' Unione Europea insieme ad altri dieci Paesi quasi tutti facenti parte
dell'ormai ex Est europeo. Durante questo lungo processo di stabilizzazione
regionale ogni Paese ha avuto il proprio sviluppo ed ha seguito la propria strada:
oggi che queste strade s'incontrano è fondamentale sopperire alla frammentarietà
pregressa. È necessario sensibilizzare non tanto le zone di confine
che, avendo dovuto far fronte agli stessi problemi, ben conoscono le parole fratellanza
e solidarietà; ma bisogna prendere queste ad esempio: in queste le culture
s'intrecciano come i caratteri somatici delle genti; si vive negli stessi luoghi
godendo dello stesso territorio e delle stesse risorse naturali. Viviamo un
momento storico in cui è tornata di triste attualità la guerra e
si combatte anche per una di queste risorse: il petrolio. Ma di cosa noi non
possiamo fare a meno nel vivere quotidiano? L'Acqua sicuramente; che a bere ci
dà senso di benessere, che in mezzo al mare manifesta la sua potenza, che
provoca meraviglia e preoccupazione quando scorre impetuosa sotto un ponte. L'acqua
appare forte ed indispensabile allo stesso tempo: forte quando supera un argine
che la natura non aveva previsto, quando fa "sciogliere" i versanti
lasciati, colpevolmente, senza alberi dall'uomo; indispensabile quando disseta
noi ed i nostri campi. È allora giustificato definirla un bene e non
soltanto una risorsa: come tale l'Acqua suscita l'impegno e la volontà
di lavorare alla sua salvaguardia. In tal senso Green Cross Italia è
in prima linea da molti anni, come promotrice di programmi e di progetti il cui
fine è quello di favorire in primis la coscienza verso il bene Acqua attraverso
l'analisi delle problematiche e dei rischi; accade sovente che il processo di
sensibilizzazione risulti più difficile nei Paesi in cui questo bene si
dà come acquisito da tempo ed, invece, più semplice in quelli in
cui la sua fruizione quotidiana non è scontata; nasce il bisogno di spingere
i Paesi sviluppati ad assistere quelli in via di sviluppo attraverso la messa
a disposizione di forze e capitali senza però cadere in forme di bieco
assistenzialismo. Si
lavora invece per realizzare la cooperazione tra i Paesi: questa implica innanzitutto
rispetto per le differenze culturali e religiose, scambio di idee e non imposizione,
scambio di conoscenze e non imposizione. Bisogna mediare le posizioni estreme:
nasce, ad esempio, la necessità di far comprendere che un rubinetto che
perde genera uno spreco che non è solo quello economico ma soprattutto
etico e morale quando, in altri luoghi, il rubinetto non c'è proprio e
di far comprendere che anche un solo rubinetto o un servizio igienico in più,
migliora la qualità della vita. Nasce il desiderio, oggi divenuta necessità,
di mettere in comune conoscenze diverse: quella politica, quella tecnico - scientifica
teorica e pratica, quella economica, quella artistica ma anche quella della gente
comune che poi si trova ad affrontare i problemi nel quotidiano vivere. Quest'impegnativo
lavoro porta, se ben realizzato, ad una visione completa ed alla possibile gestione
integrata del bene Acqua.
Il
progetto Isonzo - Soça è un progetto di cooperazione su di
un bacino idrografico transfrontaliero all'interno dell'Iniziativa WATER FOR
PEACE che si pone, come obiettivo finale, quello di promuovere una gestione
integrata del corso d'acqua e dei territori che esso attraversa; tale volontà
di gestione spinge necessariamente a considerare il fiume come un corpo unico,
dalla sorgente alla foce, a prescindere dai confini. Il fiume deve essere inteso
dalla popolazione che lo vive come un valore aggiunto che permette loro di svolgere
attività fondamentali come pesca, agricoltura e turismo; da questa coscienza
può nascere l'interesse e la volontà di cooperare. Per coordinare
queste volontà e per realizzare una sinergia di intenti Green Cross
Italia ha coinvolto le istituzioni pubbliche italiane (Comuni e Province)
e slovene (Comuni e Governo centrale); ha individuato partner di indiscussa importanza
e competenza: Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e servizi Tecnici
(APAT), Autorità di Bacino dell'Alto Adriatico, Istituto
di Geologia e Geotecnica di Lubiana e Pososki Razvojni Center, Soc.
coop. ALEA.
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|  | Il
lavoro attuale è quello di costituire una banca dati comune tra Italia
e Slovenia nella quale siano raccolti i parametri fisici del corso d'acqua ed
i fattori che ne influenzano la vita: misure di portate, livelli idrometrici,
precipitazioni atmosferiche e temperature: questi dati coprono quasi un secolo
di misure; è stato preso a campione il fiume Natisone, uno dei maggiori
affluenti dell'Isonzo. La raccolta dei dati non è semplice perché
ci sono da superare le divisioni burocratiche; l'entrata della Slovenia nell'Unione
Europea renderà, in prospettiva futura, tale operazione più snella
e veloce. L'idea è di rendere questi dati fruibili al pubblico sia come
consultazione tecnica sia come mezzo per avvicinare e sensibilizzare la popolazione
ad una sempre più attenta gestione e rispetto delle risorse idriche. È
fondamentale avere una memoria non solo dell'operato umano: è necessario
conoscere il territorio in cui si vive, ricostruendone la storia per prevederne,
per quanto possibile, l'evoluzione futura; è errato mettersi in competizione
con forze più grandi di noi non rispettando l'ambiente che ci circonda. Gianluca
Ruggieri
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al Convegno sul Progetto Isonzo IL NATISONE
NEL BACINO DELLISONZO, FIUMI CON STORIE COMUNI CONVEGNO Cividale
del Friuli - 15 giugno 2004 sala congressi ex convento di San Francesco
ore 9,15 |
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