Roma,
24-26 novembre 2005
DICHIARAZIONE CONCLUSIVA
Noi
Laureati Nobel per la Pace ed Organizzazioni Nobel
per la Pace ci siamo riuniti a Roma, Italia in questi
tre giorni per discutere alcuni argomenti di importanza
globale con un riguardo particolare per l'Africa.
Il nostro mondo complesso e pieno di contraddizioni
con i suoi rapidi cambiamenti presenta alcuni problemi
che vanno riconosciuti se vogliamo costruire un governance
più efficace per un miglior ordine mondiale:
- La globalizzazione sta
accelerando e, nonostante le evidenti interdipendenze,
miliardi di persone rimangono escluse dai suoi benefici.
- Nuovi colossi, come la
Cina, l'India e il Brasile, stanno emergendo e non
si potrà trovare nessuna soluzione per vincere
le sfide mondiali senza la loro piena partecipazione.
- Il passaggio alla democrazia
in molti paesi ha avuto un impatto positivo sui
processi sociali e politici, ma la democrazia non
diventerà stabile se prima non sarà
sconfitta la povertà e non sarà garantito
il pieno rispetto dei diritti umani.
- Rimane la grande necessità
di riconoscere in modo più profondo e più
pieno la ricchezza e la complessità del mondo
islamico. Fallire questo obiettivo potrebbe avere
conseguenze esplosive.
- Nonostante il crescente
riconoscimento della nostra responsabilità
collettiva riguardo allo sviluppo sostenibile, all'ambiente
e alla sicurezza; le istituzioni governative non
rispondono in modo adeguato alla voce della gente.
- I pregiudizi etnici,
religiosi e nazionalistici stimolano la violenza,
minacciando la nostra capacità di vivere
in pace in un mondo diversificato. Sappiamo che
questi conflitti possono essere risolti senza ricorrere
alla violenza.
Riconosciamo che, in un mondo intercorrendo, ogni
individuo può fare la differenza. Per questo
motivo abbiamo onorato Bob Geldof premiandolo con
il Man for Peace Award per quello che ha fatto per
l'Africa e per l'umanità mobilitando l'opinione
pubblica e facendo sì che il G-8 intraprendesse
passi concreti per aiutare l'Africa. Per lo stesso
motivo abbiamo onorato la memoria di un grande uomo,
il Prof. Joseph Rotblat, e abbiamo attribuito lo Special
Man for Peace Award a PeaceJam e ai suoi fondatori,
Dawn Engle ed Ivan Suvanjieff, per il loro lavoro
alla ricerca di strade per istruire e stimolare i
giovani a promuovere la pace. Abbiamo accolto di buon
grado l'istituzione del Children's Peace Prize avvenuta
durante il nostro summit.
Condanniamo il ricorso alla tortura e le motivazioni
addotte per il suo uso come strumento politico, da
parte di qualunque gruppo o nazione. La tortura non
è giustificabile in nessuna circostanza. Disumanizza
sia le vittime che gli esecutori.
Quest'anno ci siamo concentrati sull'Africa perché
la sua estrema povertà è moralmente
inaccettabile e minaccia i fondamenti della vita e
della dignità umana. Sappiamo inoltre che esistono
i mezzi per cambiare questa situazione.
Realizzare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio
(Millennium Development Goals -MDG), che hanno il
consenso delle nazioni del mondo, è una promessa
indispensabile ai poveri del mondo stesso, specialmente
quelli dell'Africa. Siamo profondamente preoccupati
che gli obiettivi MDG non si stiano raggiungendo a
sufficienza e che siano stati trattati in modo inadeguato
al Summit dei Capi di Stato presso le Nazioni Unite
nel Settembre 2005. Tali obiettivi offrono uno schema
per il progresso e una strada verso una vita dignitosa
per tutta l'Africa: rappresentano inoltre il modo
migliore per uscire dalla povertà, come dichiarato
dai Capi di Stato Africani al loro summit straordinario
che si è tenuto a Ouagadougou nel Settembre
2004. Incoraggiare le piccole imprese attraverso il
micro-credito e stimolare gli investimenti, sono due
esempi di quello che bisogna fare.
Molte nazioni africane stanno facendo sforzi in buona
fede per sviluppare la democrazia, per migliorare
la governance, la responsabilità e l'uguaglianza
dei sessi. Ora il mondo deve mantenere le promesse
fatte a tutti i popoli dell'Africa. Bisogna porre
fine urgentemente alle violazioni più evidenti
dei diritti umani e assicurare l'assunzione di responsabilità
per tutti gli abusi. I sistemi di giustizia efficaci
e corretti sono essenziali per garantire la stabilità
e lo sviluppo economico.
Gli impegni presi dal G-8 a Gleneagles sono stati
un primo passo avanti. I prossimi negoziati dell'Organizzazione
Mondiale del Commercio (WTO) a Hong Kong ci mostreranno
se questi impegni saranno rispettati. A questo riguardo,
in aggiunta alla cancellazione del debito, chiediamo
un aumento degli aiuti e la riforma immediata delle
politiche e delle norme ingiuste, in particolare dei
sussidi agricoli che danneggiano l'Africa e tutto
il mondo in via di sviluppo. Chiediamo che l'Unione
Europea sblocchi immediatamente l'attuale impasse
nelle trattative sul commercio agricolo.
Ci impegniamo personalmente e attraverso le nostre
rispettive istituzioni a esaminare attentamente e
a tenere conto di tutti gli impegni presi dal G-8
a Gleneagles nei confronti dell'Africa e ci manterremo
pienamente concentrati su questo argomento cruciale.
Noi Laureati Nobel per la Pace invitiamo il Presidente
Gorbaciov e il Sindaco di Roma Veltroni ad avanzare
al Presidente Putin, in qualità di Presidente
del G-8 del prossimo anno, la nostra richiesta di
aggiungere all'agenda dei lavori del Summit G-8 a
Mosca la creazione di un sistema di rendicontazione
e monitoraggio volti ad assicurare il rispetto di
tutti gli impegni presi a Gleneagles. Nello stesso
tempo esortiamo l'Africa a continuare nei miglioramenti
del Nuovo Partenariato Economico per lo Sviluppo dell'Africa
(New Economic Partnership for African Development).
Il concentrarsi sulle necessità dell'uomo e
sul rispetto della vita costituisce la base della
sicurezza umana. Di fatto, le spese militari eccessive
aumentano l'insicurezza. Le due aree dove dovrebbero
essere convogliati i fondi sia da parte delle stesse
nazioni africane che dalla comunità internazionale
sono l'istruzione e la salute: in particolare per
quanto riguarda il flagello dell'AIDS e della tubercolosi,
sia attraverso la protezione che la prevenzione.
Mentre esprimiamo il nostro disappunto per il fatto
che alcune nazioni africane spendono troppo in armamenti,
plaudiamo all'intero continente africano per essere
divenuto un territorio senza armi nucleari.
E' un'assurdità che le nazioni che posseggono
armi nucleari si rifiutino persino di impegnarsi a
non usare tali armi contro tutte le nazioni denuclearizzate.
Come negli anni passati, ribadiamo la nostra convinzione
che l'esistenza delle armi nucleari sia moralmente
inaccettabile e condanniamo le dottrine militari che
permettono il loro utilizzo. Esigiamo che gli Stati
in possesso di armi nucleari progrediscano nell'adempimento
dei loro obblighi di disarmo secondo il Trattato di
Non-proliferazione Nucleare.
La corrosione del regime di non-proliferazione è
un pericolo per la pace nel mondo.
Ci congratuliamo con Mohammed El Baradei e l'Agenzia
Internazionale dell'Energia Atomica (International
Atomic Energy Agency - IAEA), vincitori del Premio
Nobel per La Pace 2005. Sottolineiamo che le salvaguardie
rafforzate e le ispezioni della IAEA costituiscono
la migliore soluzione per le problematiche che riguardano
la proliferazione.
Riaffermiamo la nostra convinzione che non esista
alcuna alternativa allo sviluppo sostenibile.
Lo sviluppo significa molto più della sola
ricchezza materiale. Lo sviluppo significa "essere
di più", non "avere di più".
Essere più equi, più compassionevoli,
più umani vuol dire diventare pienamente umani.
A questo riguardo, le nazioni materialmente ricche
hanno bisogno di svilupparsi quanto le nazioni povere.
Per migliorare la governance mondiale e per impegnare
la società civile a sviluppare le sue piene
capacità, proponiamo di iniziare a lavorare
alla stesura di un nuovo contratto sociale globale
e richiederemo un'ampia partecipazione a questo procedimento.
Ci impegniamo a creare un Segretariato Permanente
in Italia allo scopo di aumentare i nostri sforzi
per promuovere la pace nel mondo.
Appello alla libertà
"Rileviamo con grande preoccupazione che ancora
una volta siamo stati privati della presenza e della
saggezza della nostra collega Aung San Suu Kyi. Un
testimone della non-violenza e della democrazia non
dovrebbe essere messa a tacere. Ciò rappresenta
una perdita per il mondo intero.
Facciamo appello al governo di Myanmar al fine di
ristabilire pienamente, immediatamente e senza riserve
i diritti civili, umani e politici di Aung San Suu
Kyi e dei suoi sostenitori. E' la giustizia ad esigerlo.
Sosteniamo l'appello dell' Otrganizzazione Internazionale
del Lavoro (International Labour Organization - ILO)
per il pieno riconoscimento dei diritti sindacali
a Myanmar. Facciamo appello ai governi ASEAN e alle
imprese affinché si impegnino più intensamente
ad ottenere i diritti umani fondamentali per il popolo
di Myanmar".
Invitiamo tutte le persone di buona volontà
a lavorare con noi e a unirsi ai nostri sforzi.
Roma, 26 novembre 2005
I partecipanti al Summit comprendono:
Mikhail Gorbachev, Lech Walesa, Frederik Willem De
Klerk, Betty Williams, Mairead Corrigan Maguire, Rigoberta
Menchu Tum, Adolfo Perez Esquivel, American Friends
Service Committee, Amnesty International, International
Campaign to Ban Landmines, International Labour Organization,
International Peace Bureau, International Physicians
for the Prevention of Nuclear War, Médicins
Sans Frontiéres, Pugwash Conferences on Science
and World Affairs, United Nations, United Nations
High Commissioner for Refugees, UNICEF
DICHIARAZIONE CONCLUSIVA DEI PREMI NOBEL PER LA PACE
ita
eng
6° SUMMIT MONDIALE
Roma, 24-26 novembre 2005
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